Per estendere il dominio delle nostre conoscenze gli esperimenti di fisica subnucleare esplorano due frontiere diverse e complementari dei nostri limiti sperimentali: quella dell’energia e quella della luminosità.
Utilizziamo cioè gli acceleratori di particelle sempre più potenti per raggiungere un’energia delle collisioni sempre più elevate e consentire la formazione di nuove particelle (come avviene in LHC).
In alternativa (o nel caso di LHC nello stesso tempo) proviamo a favorire il verificarsi degli eventi più rari e affinare in modo estremo le misure di precisione di questi eventi.
In generale la fisica subnucleare richiede apparati di grande dimensione ed estrema complessità dove trovano applicazione le tecnologie più moderne nel campo dei rivelatori, dell’elettronica, dei sistemi di acquisizione dati e di calcolo.
Le collaborazioni che partecipano alla costruzione di questi apparati sono composte da centinaia (nel caso di LHC, migliaia) di fisici provenienti da istituti e laboratori di tutto il mondo.
Costituiscono degli esempi molto importanti di vera cooperazione internazionale in cui si incontrano i migliori fisici del pianeta e i giovani possono acquisire esperienze e conoscenze fondamentali.
In questo contesto i gruppi INFN partecipano con contributi di eccellenza e con incarichi di responsabilità nei più elevati livelli decisionali degli esperimenti.