Bari, 7 marzo, 1998 Care Colleghe, cari Colleghi, Il Senato Accademico, riunito mercoledi' 4 marzo, ha discusso ampiamente il documento della Commissione Ministeriale sulla Autonomia Didattica e l'Innovazione dei Corsi di Studi (la cosiddetta BOZZA MARTINOTTI). I lavori sono stati introdotti da una relazione del Preside Masiello (preparata in una apposita commissione di Senato Accademico: Moleas, Gallotta, Petrocelli, Borzacchini) i cui contenuti erano, in breve, i seguenti: E' opinione diffusa che la ristrutturazione prefigurata dalla Bozza Martinotti (di seguito BM) si fara', anche se con alcune possibili modifiche. Il documento attualmente in discussione non e' ufficialmente un documento ministeriale, ma si sa che il Ministro lo condivide. Sembra pero' che alcuni nodi non siano stati definitivamente sciolti lasciando spazio ad eventuali modifiche. In ogni caso la BM prefigura l'inserimento dell'Universita' italiana in un orizzonte sovra-nazionale che richiedera' necessariamente un coordinamento tra i vari ordinamenti nazionali. I contenuti principali della BM sono stati individuati nei seguenti punti: a) accentuata AUTONOMIA DIDATTICA DELLE SEDI conseguente alla progressiva perdita di valore normativo delle attuasli Tabelle; dunque una maggiore flessibilita' di tutta l'offerta formativa; b) INDEBOLIMENTO DEL VALORE LEGALE DEL TITOLO DI STUDIO: il valore reale del titolo risiedera' nei contenuti dati dalle diverse sedi; c) sistema dei CREDITI come elemento della flessibilita' dell'offerta formativa; i crediti, pero', sembrano riferirsi piuttosto alla quantita' di lavoro richiesto allo studente per superare le verifiche, che alla funzione di un particolare insegnamento nel quadro dei corsi di studi; d) COMPETIZIONE FRA LE SEDI eventualmente attenuata da particolari accordi di specializzazione per sedi che insistono sulle medesime aree territoriali. Benche' alcuni dei cosiddetti elementi di innovazione siano gia' di fatto presenti nell'attuale sistema (gia' oggi le sedi non sono tutte equivalenti; un sistema di corrispondenze di insegnamenti e' gia' operante...), la maggiore flessibilita' dell'offerta formativa prevede un SISTEMA DI TITOLI diverso da quello attuale: Certificato Universitario di Base (CUB) - 2 anni Diploma - 3 anni Laurea - 4 anni (con l'eccezione di Med-Farm-Vet come richiesto da UE) post-laurea: Dottorato (indirizzato alla ricerca) Scuola di Specializzazione (indirizzata alle professioni) Si tratta di un sistema che ricalca piuttosto da vicino il sistema francese nel quale i nomi dei vari titoli sono rispettivamente DEUG - Licence - Maitrise - Doctorat. Si tratta di una logica della graduazione dell'erogazione del sapere che sembra anche prefigurare una corrispondente RIORGANIZZAZIONE DELLA DOCENZA (ci saranno riforme dello Stato giuridico dei docenti?). La relazione metteva poi in luce alcune difficolta' e/o punti di discussione della proposta: 1. necessita' di un RIFIUTO DI UNA ECCESSIVA LIBERALIZZAZIONE nella formulazione dei piani di studio nelle varie sedi. La BM indica che la parte flessibile dei piani dovrebbe aggirarsi sul 50%. Questo, comunque, e' uno dei punti sui quali vi e' ancora discussione all'interno dello stesso Ministero e sembra quindi aperto a modifiche. Una disintegrazione del sistema unitario nazionale sara' evitata solo se i criteri centrali saranno sufficientemente vincolanti. E' stata ricordata a questo proposito l'esperienza storica delle universita' tedesche le quali tradizionalmente, fin dal XIX secolo, godevano di larghissima autonomia e, ancora oggi, dipendono dai Laender e non dal Governo Federale. Nel 1976, pero', e' stata riconosciuta la necessita' di correggere questa eccesiva utonomia con una legge che istituiva una Conferenza permanente dei Ministri della Cultura dei Laender allo scopo di rendere il sistema universitario piu' omogeneo. D'altra parte un sistema di crediti funzionante (riconosciuti, cioe', tra le varie sedi) non potrebbe prescindere da una relativa uniformita' di tutto il sistema. 2. La competizione fra le sedi e' un elemento necessario, ma e' sana solo se si basa su un sistema di "pari opportunita'". Altrimenti finisce inevitabilmente per privilegiare non i migliori ma i piu' forti. Il numero delle Universita' realmente pronte a decollare sembra non superare la dozzina su 61 sedi. Ci vuole dunque un RIEQUILIBRIO perche' la competizione lavori correttamente senza produrre due sistemi rigidamente separati. Servono inoltre delle garanzie di diritto allo studio che rendano possibili gli accordi di specializzazione di cui si parlava nel precedente punto d. Se infatti le sedi si specializzeranno, sara' necessario che gli studenti possano vivere nelle sedi. In breve: la riforma non puo' essere fatta senza INVESTIMENTI adeguati. In caso contrario i suoi effetti potrebbero essere devastanti. Il modello in tre segmenti didattici (CUB-Diploma-Laurea) si muove nel quadro di una ROTTURA DELL'UNITA' RICERCA/DIDATTICA basata sul modello tedesco e rappresentata dall'idea del "corso monografico". Si va piuttosto verso il modello francese (caratterizzato dalla presenza delle cosiddette Grandes Ecoles di formazione di ingegneri e tecnici, oltre che da nuclei di ricerca che, invece, spesso non svolgono attivita' didattica) che e' indirizzato piu' verso lo sviluppo delle abilita' professionalizzanti che verso la formazione dei ricercatori. D'altra parte bisogna riconoscere che il modello di universita' rivolto alla produzione di ricercatori e/o di classi dirigenti difficilmente puo' essere reso compatibile con una universita' di massa destinata alla formazione di quadri di ogni livello. Questo schema si riflette nella graduazione dei titoli: nel primo biennio si fara' didattica di base, e la stessa laurea potrebbe non essere piu' caratterizzata da una Tesi, da un lavoro, cioe', destinato (almeno formalmente) a mostrare le capacita' di ricerca del candidato. Anche il valore professionalizzante della laurea sara' ridotto. Per la definitiva formazione professionale si accedera' infatti alle Scuole di Specializzazione mentre la Ricerca e la Didattica troveranno una ricomposizione solo nel Dottorato. Naturalmente questo significhera' anche una modifica profonda della struttura didattica del Dottorato e delle Scuole di Specializzazione. Una riforma lungo queste linee provochera' poi anche dei conflitti all'interno delle stesse sedi universitarie (basti pensare alle tensioni che si svilupperanno per il riconoscimento di crediti per i propri corsi) e richiedera', quindi, un governo forte che riesca ad evitare situazioni caotiche. Infine bisognera' seguire attentamente anche gli sviluppi della RIFORMA DEL SISTEMA DELLA RICERCA. E' in preparazione un primo decreto attuativo, mentre l'abolizione dei comitati CNR e la fine della sua funzione di Agenzia configurano gia' una rottura fra la rete scientifica Universitaria e gli Enti pubblici di ricerca. Il dibattito successivo e' stato anpio e ricco. Mi limitero' a riportare soltanto alcuni dei temi affrontati. Al di la' di un certo scetticismo sulla efficacia dei nostri "pareri" (Tortorella), vari interventi hanno sollevato delle critiche su alcuni degli aspetti piu' provocatori della BM. In particolare sono stati attaccati i concetti di Contrattualita' ed Orientamento che nella BM sembrano essere parte integrante di una strategia rivolta alla eliminazione del fenomeno dei "fuori corso". Una vera contrattualita', infatti, non sembra realizzabile dal momento che non sono previsti i termini di tali contratti ne' le eventuali sanzioni per chi li viola (Giocoli-Nacci). Peraltro la BM parla di contrattualita' solo per la definizione della durata degli studi mentre un terreno piu' proprio per un simile concetto sembra essere quello del diritto allo studio e delle condizioni generali di studio (Sechi). Anche l'introduzione di un anno di orientamento e' parso a molti solo un rinvio dell'inizio di studi seri e quindi una pura perdita di tempo. Altri hanno criticato invece l'eccessiva enfasi data alla competitivita' e la subalternita' alle scelte del cosiddetto "mercato", conseguenza delle quali sarebbe una accentuata differenziazione fra Nord e Sud (gli studenti De Palma e De Feudis). E' stato fatto notare poi che, se da un lato e' vero che la BM contiene degli elementi di pericolosita' per la qualita' del sistema universitario e il destino delle singole sedi, e' anche vero che l'autonomia fornisce alle singole Universita' molti strumenti per limitare i danni operando scelte didattiche adeguate. E' stato fatto notare inoltre che statisticamente il numero di persone dotate di un titolo di istruzione superiore si aggira in Italia attorno al 4%, mentre in paesi come gli USA arriva quasi al 40%. Il motivo risiede, almeno parzialmente, nel diverso scopo che si prefiggono i sistemi di istruzione superiore: non avrebbe senso, ad esempio, che un sistema orientato alla ricerca producesse titoli al ritmo del 30-40% della popolazione. D'altronde bisogna riconoscere che il sistema alternativo si accompagna inevitabilmente ad un relativo abbassamento (almeno nominale) del livello di preparazione del laureato (Borzacchini). E' stato anche osservato che una simile riforma richiedera' un uso efficiente dei Nuclei di Valutazione della Didattica (Svelto). Infine molti hanno criticato il tono un po' denigratorio del Testo sulla funzionalita' dell'attuale struttura universitaria mettendo in luce la contraddizione fra questo atteggiamento e il fatto che il successo di una riforma cosi' ambiziosa richiederebbe invece un corpo universitario particolarmente sano e vivace (Scannicchio). A mio parere, comunque, le voci critiche (peraltro confinate o ad elementi marginali come l'orientamento o la stessa contrattualita', o alla messa in evidenza dei pericoli reali ma evitabili insiti in ogni sostanziale cambiamento istituzionale) sono state largamente bilanciate dal riconoscimento della necessita' di un adeguamento dell'atttuale struttura universitaria e della ricchezza ed utilita' delle proposte contenute nella BM. La riunione si e' conclusa con la nomina della delegazione che prendera' parte ai lavori della conferenza nazionale sulla Autonomia Didattica convocata dal Ministro a Roma per i giorni 1-2 aprile: Masiello, Petrocelli, Gallotta, Bosna, Moleas, Corvaglia, Svelto, Giocoli-Nacci, De Palma e De Feudis. Saluti Nicola Cufaro Petroni